Riuscirà la nuova segretaria a ricucire lo strappo con i pentastellati e a costruire una reale alternativa alle destre o è solo una cortina fumogena messa in campo da un partito privo di idee?
Non c'è niente più lontano da me di Elly Schlein. Provengo, e non nascondo un certo orgoglio, dal popolo. La mia famiglia, come tante altre, durante gli anni '70 ed '80, si trasformò da proletaria in piccolo borghese attraverso il duro lavoro, grazie agli ascensori sociali ben funzionanti garantiti dalla prima repubblica.
Elena Ethel Schlein, al secolo Elly, è poliglotta, cittadina del mondo, ricca, di famiglia altolocata, nata con la camicia e baciata dalla fortuna della nascita. Cose cui si accompagnano, immancabilmente, i rapporti personali che producono, spesso e volentieri in maniera artefatta, il merito.
Elena Ethel a me non produce simpatia. La sua visione fomenta, in me, l'odio di classe. Ma questo, direte voi, è un problema tuo. E avreste anche ragione.
Venendo a cose più serie la vittoria della Schlein è, anzitutto, la sconfitta dell'apparato di partito e degli amministratori locali. Bonaccini, “l'uomo del fare”, colui che in nome del “buon governo” era anche disposto a collaborare con la Meloni e che avrebbe fatto sopravvivere ideologicamente il renzismo, è stato sconfitto. Con lui, dopo il risultato elettorale negativo nel Lazio, viene sconfitta anche l'alleanza con Calenda ed il terzo polo. Il popolo della sinistra ha preferito, al “buon governo”, il leitmotiv dei diritti del contrasto alle diseguaglianze.
Chiariamoci: io sono per i diritti, individuali e collettivi. E li difenderò sempre. Ma è indubbio che, da soli, non costituiscono un'alternativa di governo. Ribadirli solidifica un consenso già dato, non ha e non potrà avere una funzione espansiva. Quanto alla dizione “contrasto delle diseguaglianze” essa ha in sé, implicitamente, l'ammissione di una sconfitta. Si contrastano, infatti, le cose che non si possono evitare, quelle per cui si fa una battaglia di pura rappresentanza. L'idea insita nel concetto di “contrasto delle diseguaglianze” è che la povertà sia, cattolicamente, un male inevitabile. Più Fanfani che Berlinguer. In soldoni: una giusta e doverosa guerra totale alla povertà pare sia persa in partenza, nonostante l'enorme mole di ricchezza che esiste nel mondo. Una ricchezza che, solo se minimamente e riformisticamente redistribuita, risolverebbe il problema.
Ma quale novità potrebbe portare Eddy Schlein? Lo schema è sempre quello di Goffredo Bettini. Il nuovo compromesso storico tra democrats e pentastellati. E non è un caso che nella sua prima uscita a caldo la neo segretaria abbia fatto notevoli aperture ai grillini parlando di protezione sociale.
Basterà questo a sotterrare l'ascia di guerra che Letta il giovane aveva dissotterato e a superare la questione, politica e non amministrativa, del termovalorizzatore di Roma? A mio modo di vedere non basterà difendere il reddito di cittadinanza. Le questioni delle questioni sono due. La guerra e gli ascensori sociali, cosa ben diversa da qualunque forma di sussidio.
Se il PD vorrà aprire una nuova fase di rapporti con il Movimento Cinque Stelle e con il resto della sinistra, dovrà abbandonare, anche se in maniera parziale, tortuosa e contraddittoria, il sostegno “finché sarà necessario” alla causa di Kiev, quindi il “si” automatico all'invio delle armi e andare oltre la surrettizia diversificazione tra “invaso ed invasore”, comprendendo, come la retta ragione vorrebbe, che in una guerra esistono cause occasionali e cause strutturali: Detto meglio, se una goccia fa traboccare un vaso è perché qualcuno, quel vaso, lo ha riempito fino all'orlo.
Sugli ascensori sociali la cosa è abbastanza semplice. Sono bloccati e vanno ripristinati. Oggi siamo in una società in cui la nascita è superiore, senza appello, al merito.
Un inciso: nessuno provi a dirmi che proprio l'elezione della Schlein dimostri il contrario. Come ho già detto lei è una “del giro”, figlia di gente “del giro”, che consce tutte le persone “del giro”. Non credo che uno sconosciuto ex operaio dell'ILVA di Taranto, non iscritto al PD, avrebbe potuto concorrere e vincere alle primarie come invece ha fatto lei.
Fare dell'ironia su Elena Ethel è una cosa relativamente semplice. Il web già si è scatenato. Io reputo, in assoluta controtendenza, che il farle le pulci pluto masso giudaico omosessual femministe sia, oltre che una cosa di cattivo gusto, un'operazione inutile e sbagliata che non porta assolutamente a nulla. Aspetterò, con curiosità, la nuova segretaria del PD alla prova delle due questioni delle questioni: guerra e mobilità sociale. Solo lì scopriremo se Eddy Schlein è solo l'ennesima fuffa messa in campo da un partito morente, privo di idee e interessato solo alle questioni amministrative che, con la sua segretaria, raschia il fondo del barile, o se possa rappresentare, realmente, un'alternativa al governo delle destre e una ripresa ideologica della sinistra.
Nel frattempo un plauso per il coraggio stilistico: indossare giacche dai colori così improbabili è, senz'altro, un atto di coraggio.
Mario Michele Pascale
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